Sbandierato da qualche ciarlatano, impossibile per la maggior parte dei professionisti del settore, il dimagrimento localizzato o “spot reduction”, per chi volesse dilettarsi su Pubmed,
Il punto di partenza è sempre il solito:
Esempio classico:
Queste solo considerazioni iniziali.
Infatti, vanno considerati altri parametri, oltre alla solite, massa magra e massa grassa:
ad esempio, un soggetto più affine recettorialmente al sistema nervoso simpatico (il classico nervosetto iperattivo) oppure a quello parasimpatico (tranquillo e saldo come una roccia, anche nelle situazioni più difficili) e cosi via…
Una volta inquadrato il modello di riferimento, quale donna ginoide clinicamente non ipotiroidea, ma, di fatto, con un metabolismo molto lento, cattiva circolazione venosa, panniculopatia edemato fibrosa (cellulite); si potranno elaborare le opportune tabelle di allenamento e di nutrizione specifiche.
Nella mia esperienza professionale, tale soggetto è molto comune quanto a costituzione fisica, e comuni anche i suoi errori.
Nella donna ginoide, infatti, i cui arti inferiori si presentano gravati da ritenzione e accumulo importante di liquidi, il peggior rimedio è il classico corsetto di zumba, in palestra o luoghi affini, dove, per lo più, gli esercizi eseguiti implementano l’accumulo di tanto acido lattico negli arti inferiori, aggravando, così ,la situazione.
Ancora peggiorativo, cosa che, spesso constato, “stressarsi” di attività aerobica sul tapis roulant, cyclette e altre macchine cardio, eseguendo sessioni lunghissime, 60 minuti ed oltre, alla ricerca spasmodica delle calorie “da bruciare”.
In tal modo, non solo si saranno ossidati pochissimi lipidi (più o meno il quantitativo di una mozzarella di bufala) ma sarà peggiorata la massa magra, che in un soggetto ginoide, tendenzialmente è carente o comunque poco trofizzata per via della sua alta affinità agli estrogeni.
Sarebbe, invece, più indicato un giusto mix di circuiti, di tono trofismo muscolare. Tali circuiti, coinvolgendo diverse masse muscolari con tempi di recupero ristretti , ed associati ad esercizi di sovraccarico muscolare con poche ripetizioni, pesi elevati, tempi di recupero elevati, onde evitare il ristagno del sangue, sempre e solo negli arti inferiori, ma convogliandolo anche verso altri distretti muscolari, sortiscono l’effetto di ottimizzare ed implementare il dispendio energetico.
A questo, inoltre, per potenziare gli effetti dimagranti localizzati, si potrebbero associare esercizi anaerobici alattacidi, a rapida velocità, cosi da stimolare ormoni lipolitici come le catecolamine, per concludere, infine, con l’ossidazione dei lipidi, “staccati” dalla zona interessata e circolanti nel torrente ematico, con una bella attività aerobica impostata secondo i parametri cardiovascolari individuali.
Dal punto di vista nutrizionale, invece, la “zappa sul piede” tale soggetto se la dà , quando elimina il latte vaccino (perché, magari, in internet ne ha letto la portata cancerogena) ed assume bevande e prodotti a base di soia.
Essi, infatti, ricchi di fitoestrogeni, vanno a potenziare una situazione ormonale, già responsabile dell’accumulo “selettivo” su cosce e glutei.
Vanno, quindi, preferiti alimenti ricchi di zinco, che, potenziando l’effetto degli ormoni androgeni, riducono l’affinità agli ormoni estrogenici, ridistribuendo, così, l’accumulo adiposo.
Queste sono solo indicazioni generiche, ma, in realtà si può fare tanto di più, senza improvvisazioni.
Occorre seguire un metodo e cercare una soluzione ad hoc per ogni soggetto, per la sua peculiare costituzione fisica e soprattutto per le proprie affinità verso alcuni ormoni (i messaggeri delle cellule).
“ Misura ciò che puoi misurare e rendi misurabile ciò che non lo è”
Galileo Galilei, vissuto a cavallo tra il XVI i ed il XVII secolo, aveva già compreso tutto…